Jos Wils
← Back to ArtistiJos Wils nasce a Borgerhout nel 1908 e vi muore nel 1989: un percorso artistico che si dispiega nell’arco del Novecento belga e che si caratterizza per una forte tensione espressiva, mood malinconico, e per la convivenza di tecniche diverse – pittura, acquaforte, linoleum, xilografia, e incisione. Dopo una formazione iniziale in architettura all’Accademia di Anversa, Wils approfondisce le arti grafiche tramite una formazione in incisione al NHISKA (Istituto belga per la grafica) e perfezionamenti, tra cui quelli con un certo A. Deroover. Questo doppio imprinting – architettura + grafica – si riflette nello stile dell’artista, che spesso struttura le sue composizioni con una forte attenzione al disegno, allo spazio, e ad un contrasto netto tra forme, ombre e luce. Le sue opere spaziano tra soggetti umani (nudi, figure, interni), nature morte, paesaggi, visioni quasi simboliche, e scene di atmosfera intima ed interiore. Wils utilizza l’olio su tela o su pannello, ma anche la xilografia e la linoleografia: ad esempio, numerose litografie e linocut dei suoi “Grotesken” sono sopravvissute come prove della sua capacità sia espressiva che incisoria. Uno dei tratti distintivi della sua pittura è la combinazione di colori chiari, limpidi, con una linea decisa, quasi grafica, che definisce sagome e interni. Al tempo stesso, nei suoi soggetti meno quotidiani – le “visioni”, i nudi, le figure isolate – affiora una vena malinconica, un senso di estraniamento, probabilmente legato al clima politico, storico e sociale in cui visse. In campo grafico, Wils produce xilografie e linocut carichi di simbologia e tensione: opere come “Wij doen niet meer mee!” ‒ un legno inciso che denuncia la passività o l’esclusione sociale, con titoli che implicano impegno ‒ suggeriscono che l’artista non si perda nella mera estetica, ma abbia consapevolezza anche del contesto socio-politico. Nel complesso, l’arte di Jos Wils può essere letta come un tentativo di coniugare forma e sentimento: la precisione del disegno e dell’architettura grafica con la forza emotiva della visione, l’interiorità, la malinconia. Non è un artista che cerca la provocazione fine a sé stessa, ma piuttosto la testimonianza di uno stato d’animo, di una coscienza che osserva la società, la solitudine, la condizione umana, spesso attraverso figure isolate o ambienti contenuti. La sua opera continua a essere apprezzata nei circoli collezionistici e nelle mostre dedicate alla grafica e all’arte moderna belga.